martedì 13 maggio 2008

Analisi di alcune poesie

Gabriele d’annunzio, La Sabbia del tempo
Come scorrea la calda sabbia lieve
Per entro il cavo della mano in ozio,
Il cor sentì che il giorno era più breve.

E un'ansia repentina il cor m'assalse
Per l'appressar dell'umido equinozio
Che offusca l'oro delle piagge salse.

Alla sabbia del Tempo urna la mano
Era, clessidra il cor mio palpitante,
L'ombra crescente d'ogni stelo vano
Quasi ombra d'ago in tacito quadrante.

Climax : il cor sentì che il giorno era più breve, e un'ansia repentina il cor m'assalse, il cor mio palpitante

San Martino del Carso, Umberto Saba
Di queste case
Non è rimasto
Che qualche
Brandello di muro
Di tanti
Che mi corrispondevano
Non è rimasto
Neppure tanto
Ma nel cuore
Nessuna croce manca
E’ il mio cuore
Il paese più straziato

Metafora: brandello di muro
Anafora: di queste case Di tanti


G. Pascoli, Il sogno della vergine
Tu fiore non retto da stelo,
tu luce non nata da fuoco,
tu simile a stella nel cielo;

Figure Anafora: tu, tu, tu

Giovanni Pascoli, Il sogno della vergine
Il fiore improvviso, non sorto
da seme, non retto da stelo
Svanito! Non nato, non morto:
svanito nell'alito chiaro
dell'alba! svanito dal cielo
notturno del sogno! - Cantaron

i galli, rabbrividì l'aria,
s'empì di scalpicci la via;
da lungi squillò solitariala
voce dell'Avemaria.

Sinestesia: alito chiaro
Personificazione: rabbrividì...
Metafora: la voce...

T. Tasso, Gerusalemme liberata
Vinta da l'ira è la ragione e l'artee
le forze il furor ministra e cresce.
Sempre che scende il ferro o fora o parte
o piastra o maglia, e colpo in van non esce.
Sparsa è d'arme la terra e l'arme sparte
di sangue, e 'l sangue co 'l sudor si mesce.
Lampo nel fiammeggiar, nel romor tuono,
fulmini nel ferir le spade sono.

FigurePersonificazione: il furor
Climax: lampo, romor, fulmini
Metrica Enjambement: l'arme sparte/di sangue

domenica 11 maggio 2008

Tema argomentativo: la piazza luogo dell'incontro della memoria

Titolo: la funzione della piazza, la sua storia coi suoi cambiamenti nel tempo e il rapporto tra piazza e memoria

La piazza è il centro di un paese, di una città; questa è sempre stata il luogo dove la comunità si incontra, dove appare la dinamicità della vita sociale, fatto di relazioni, di rappoti in divenire.
I più giovani si ritrovano a parlare a scherzare, le mamma e i papà giocano contenti coi loro figli, mentre i più inziani si ritrovano per raccontarsi le loro memorie; ciò è anche permesso dalla conformazione della piazza che favorisce tali incontri.
La piazza è ricordata da molti come luogo dove hanno trascorso l'infanzia e per alcuni poeti e artisti è stata fonte di ispirazione: testi, poesie, canzoni, la mettono a tema, come quella di Baldazi scritta nel 1972, che definisce la piazza òa sua casa.
La piazza in un paese è il suo cuore: è il cuore della vita.
E' un luogo dove ricordi e vedi persone dialogare e discorrere, perfino in un articolo, riguardo ad una discussione "sulle piazze italiane" del 1954, si afferma: "la gente è sempre a comprare nelle botteghe, a pettegolare, mentre i giovani fanno la corte alle ragazze".
Anticamente la piazza era il luogo in cui si svolgeva il mercato, dove le persone discutevano di politica e si scambiavano opioni, pareri, ede era il luogo in cui si solgevano le principali attività commerciali.
Il valore di una piazzza aumenta dal punto di vista architettonico e culturale, quando nel progetto si comprende anche una chiesa o una cattedrale.
Un esempio di questo è la piazza del duomo di Pistoia, che ha conservato nei secoli il suo ruolo di centro vitale della città, grazie ad edifici preposti alleprincipali funzionidella vita sociale: la Cattedrale, il Palazzo Comunale, il Tribunale, mantengono ancora oggi le loro funzioni originarie; la piazza è ancora oggi animata, come mille nni fa, dal vivace mercato che si tiene ogni settimana. (libro, Storia dell'arte iTaliana, 2001).
La piazza, nel corso del tempo, ha cambiato funzione e forma in relazione, al periodo storico.
La funzione della paizza nonchè il suo ruolo all''interno della città, assunto nel Medioevo, rimase fino a poco tempo fa invariato.
Le persone del Medioevo cercavano di rispondere ai bsogni e a alle necessità delle persone nelle piazze, mentre, nel Rinascimento le persone avevano come maggior preoccupazione l'estetica, che cercavo di ottenere attraverso il rispetto di regole matematiche.
Il valore che una piazza aveva ed ha all'interno di una città, di un paese, continua e continuerà a cambaire nel corso degli anni; alllo stesso modo i ricordi, in relazione alla piazza, delle persone più vecchie moriranno con esse e ne nasceranno di nuovi con le nuove genrerazioni.