Gabriele d’annunzio, La Sabbia del tempo
Come scorrea la calda sabbia lieve
Per entro il cavo della mano in ozio,
Il cor sentì che il giorno era più breve.
E un'ansia repentina il cor m'assalse
Per l'appressar dell'umido equinozio
Che offusca l'oro delle piagge salse.
Alla sabbia del Tempo urna la mano
Era, clessidra il cor mio palpitante,
L'ombra crescente d'ogni stelo vano
Quasi ombra d'ago in tacito quadrante.
Climax : il cor sentì che il giorno era più breve, e un'ansia repentina il cor m'assalse, il cor mio palpitante
San Martino del Carso, Umberto Saba
Di queste case
Non è rimasto
Che qualche
Brandello di muro
Di tanti
Che mi corrispondevano
Non è rimasto
Neppure tanto
Ma nel cuore
Nessuna croce manca
E’ il mio cuore
Il paese più straziato
Metafora: brandello di muro
Anafora: di queste case Di tanti
G. Pascoli, Il sogno della vergine
Tu fiore non retto da stelo,
tu luce non nata da fuoco,
tu simile a stella nel cielo;
Figure Anafora: tu, tu, tu
Giovanni Pascoli, Il sogno della vergine
Il fiore improvviso, non sorto
da seme, non retto da stelo
Svanito! Non nato, non morto:
svanito nell'alito chiaro
dell'alba! svanito dal cielo
notturno del sogno! - Cantaron
i galli, rabbrividì l'aria,
s'empì di scalpicci la via;
da lungi squillò solitariala
voce dell'Avemaria.
Sinestesia: alito chiaro
Personificazione: rabbrividì...
Metafora: la voce...
T. Tasso, Gerusalemme liberata
Vinta da l'ira è la ragione e l'artee
le forze il furor ministra e cresce.
Sempre che scende il ferro o fora o parte
o piastra o maglia, e colpo in van non esce.
Sparsa è d'arme la terra e l'arme sparte
di sangue, e 'l sangue co 'l sudor si mesce.
Lampo nel fiammeggiar, nel romor tuono,
fulmini nel ferir le spade sono.
FigurePersonificazione: il furor
Climax: lampo, romor, fulmini
Metrica Enjambement: l'arme sparte/di sangue
martedì 13 maggio 2008
domenica 11 maggio 2008
Tema argomentativo: la piazza luogo dell'incontro della memoria
Titolo: la funzione della piazza, la sua storia coi suoi cambiamenti nel tempo e il rapporto tra piazza e memoria
La piazza è il centro di un paese, di una città; questa è sempre stata il luogo dove la comunità si incontra, dove appare la dinamicità della vita sociale, fatto di relazioni, di rappoti in divenire.
I più giovani si ritrovano a parlare a scherzare, le mamma e i papà giocano contenti coi loro figli, mentre i più inziani si ritrovano per raccontarsi le loro memorie; ciò è anche permesso dalla conformazione della piazza che favorisce tali incontri.
La piazza è ricordata da molti come luogo dove hanno trascorso l'infanzia e per alcuni poeti e artisti è stata fonte di ispirazione: testi, poesie, canzoni, la mettono a tema, come quella di Baldazi scritta nel 1972, che definisce la piazza òa sua casa.
La piazza in un paese è il suo cuore: è il cuore della vita.
E' un luogo dove ricordi e vedi persone dialogare e discorrere, perfino in un articolo, riguardo ad una discussione "sulle piazze italiane" del 1954, si afferma: "la gente è sempre a comprare nelle botteghe, a pettegolare, mentre i giovani fanno la corte alle ragazze".
Anticamente la piazza era il luogo in cui si svolgeva il mercato, dove le persone discutevano di politica e si scambiavano opioni, pareri, ede era il luogo in cui si solgevano le principali attività commerciali.
Il valore di una piazzza aumenta dal punto di vista architettonico e culturale, quando nel progetto si comprende anche una chiesa o una cattedrale.
Un esempio di questo è la piazza del duomo di Pistoia, che ha conservato nei secoli il suo ruolo di centro vitale della città, grazie ad edifici preposti alleprincipali funzionidella vita sociale: la Cattedrale, il Palazzo Comunale, il Tribunale, mantengono ancora oggi le loro funzioni originarie; la piazza è ancora oggi animata, come mille nni fa, dal vivace mercato che si tiene ogni settimana. (libro, Storia dell'arte iTaliana, 2001).
La piazza, nel corso del tempo, ha cambiato funzione e forma in relazione, al periodo storico.
La funzione della paizza nonchè il suo ruolo all''interno della città, assunto nel Medioevo, rimase fino a poco tempo fa invariato.
Le persone del Medioevo cercavano di rispondere ai bsogni e a alle necessità delle persone nelle piazze, mentre, nel Rinascimento le persone avevano come maggior preoccupazione l'estetica, che cercavo di ottenere attraverso il rispetto di regole matematiche.
Il valore che una piazza aveva ed ha all'interno di una città, di un paese, continua e continuerà a cambaire nel corso degli anni; alllo stesso modo i ricordi, in relazione alla piazza, delle persone più vecchie moriranno con esse e ne nasceranno di nuovi con le nuove genrerazioni.
La piazza è il centro di un paese, di una città; questa è sempre stata il luogo dove la comunità si incontra, dove appare la dinamicità della vita sociale, fatto di relazioni, di rappoti in divenire.
I più giovani si ritrovano a parlare a scherzare, le mamma e i papà giocano contenti coi loro figli, mentre i più inziani si ritrovano per raccontarsi le loro memorie; ciò è anche permesso dalla conformazione della piazza che favorisce tali incontri.
La piazza è ricordata da molti come luogo dove hanno trascorso l'infanzia e per alcuni poeti e artisti è stata fonte di ispirazione: testi, poesie, canzoni, la mettono a tema, come quella di Baldazi scritta nel 1972, che definisce la piazza òa sua casa.
La piazza in un paese è il suo cuore: è il cuore della vita.
E' un luogo dove ricordi e vedi persone dialogare e discorrere, perfino in un articolo, riguardo ad una discussione "sulle piazze italiane" del 1954, si afferma: "la gente è sempre a comprare nelle botteghe, a pettegolare, mentre i giovani fanno la corte alle ragazze".
Anticamente la piazza era il luogo in cui si svolgeva il mercato, dove le persone discutevano di politica e si scambiavano opioni, pareri, ede era il luogo in cui si solgevano le principali attività commerciali.
Il valore di una piazzza aumenta dal punto di vista architettonico e culturale, quando nel progetto si comprende anche una chiesa o una cattedrale.
Un esempio di questo è la piazza del duomo di Pistoia, che ha conservato nei secoli il suo ruolo di centro vitale della città, grazie ad edifici preposti alleprincipali funzionidella vita sociale: la Cattedrale, il Palazzo Comunale, il Tribunale, mantengono ancora oggi le loro funzioni originarie; la piazza è ancora oggi animata, come mille nni fa, dal vivace mercato che si tiene ogni settimana. (libro, Storia dell'arte iTaliana, 2001).
La piazza, nel corso del tempo, ha cambiato funzione e forma in relazione, al periodo storico.
La funzione della paizza nonchè il suo ruolo all''interno della città, assunto nel Medioevo, rimase fino a poco tempo fa invariato.
Le persone del Medioevo cercavano di rispondere ai bsogni e a alle necessità delle persone nelle piazze, mentre, nel Rinascimento le persone avevano come maggior preoccupazione l'estetica, che cercavo di ottenere attraverso il rispetto di regole matematiche.
Il valore che una piazza aveva ed ha all'interno di una città, di un paese, continua e continuerà a cambaire nel corso degli anni; alllo stesso modo i ricordi, in relazione alla piazza, delle persone più vecchie moriranno con esse e ne nasceranno di nuovi con le nuove genrerazioni.
domenica 20 aprile 2008
Breve tema sul disagio di Berto
Berto è un operaio, in cui l’autore dell’opera, Pavese, si immedesima molto.
Berto è un uomo spaesato e solo, che cerca la felicità e farebbe di tutto per trovarla, di fatti anche se controvoglia decide di seguire il compagno di cella, una volta scarcerato, quando lo invita a seguirlo nel suo paese natale.
Il protagonista è ' molto legato alla vita civile della di città, in principio, ma una volta visitato "lo strano mondo" di campagna di Talino rimane affascinato dalle sue bellezze, soprattutto dalla sorella Gisella che lo colpisce, ed infatti, egli le farà la corte e ciò sarà il motivo per cui sarà uccisa. In diversi punto nel libro si nota come Berto sia spaventato e colpito dalla bestialità e crudeltà del mondo; soprattutto rimane turbato dall’incredibile bestialità e brutalità di Talino quando uccide la sorella, cosi, decide di abbandonare la campagna,ma, decide soprattutto di distaccarsi da un mondo che lo terrorizza.
Berto è un uomo spaesato e solo, che cerca la felicità e farebbe di tutto per trovarla, di fatti anche se controvoglia decide di seguire il compagno di cella, una volta scarcerato, quando lo invita a seguirlo nel suo paese natale.
Il protagonista è ' molto legato alla vita civile della di città, in principio, ma una volta visitato "lo strano mondo" di campagna di Talino rimane affascinato dalle sue bellezze, soprattutto dalla sorella Gisella che lo colpisce, ed infatti, egli le farà la corte e ciò sarà il motivo per cui sarà uccisa. In diversi punto nel libro si nota come Berto sia spaventato e colpito dalla bestialità e crudeltà del mondo; soprattutto rimane turbato dall’incredibile bestialità e brutalità di Talino quando uccide la sorella, cosi, decide di abbandonare la campagna,ma, decide soprattutto di distaccarsi da un mondo che lo terrorizza.
Riassunto del libro paesi tuoi di cesare pavese
Il libro "paesi tuopi" di Cesare Pavese racconta la storia di Berto e Talino, che dopo un lungo periodo in prigione vengono scarcerati.
Berto, viene convinto dal compagno di cella, a seguirlo a Ponticello, il suo paese natale; lì lavorerà alla trebbiatrice. Berto rimane colpito dalla campagna: dall’odore del fieno, daLla vista “di quelle colline a forma di mammelle”, ma soprattutto, rimane colpito da Gisella, la sorella di Talino; questo era molto gelosa di lei, di fatti, lei ne riporta diversi segni sul corpo. Talino non riesce a resistere, quando vede la corte di Berto per Gisella e, nel giorno della trebbiatura, le pianta nel collo il tridente. Berto, sconvolto da ciò, decide allora di partire.
Berto, viene convinto dal compagno di cella, a seguirlo a Ponticello, il suo paese natale; lì lavorerà alla trebbiatrice. Berto rimane colpito dalla campagna: dall’odore del fieno, daLla vista “di quelle colline a forma di mammelle”, ma soprattutto, rimane colpito da Gisella, la sorella di Talino; questo era molto gelosa di lei, di fatti, lei ne riporta diversi segni sul corpo. Talino non riesce a resistere, quando vede la corte di Berto per Gisella e, nel giorno della trebbiatura, le pianta nel collo il tridente. Berto, sconvolto da ciò, decide allora di partire.
lunedì 17 marzo 2008
Donne e uomini parità di diritti
Una questione fondamentale del mondo contemporaneo è la questione femminile. Noi siamo lontanissimi dalla sua soluzione, il mondo è lontanissimo dalla sua soluzione. Noi viviamo ancora, in un mondo che discrimina pesantemente le donne, a parte alcuni squarci che sono stati aperti in alcuni stati dell'Occidente e che sembrano avviare la parità delle donne agli uomini. Alle donne venivano negati il diritto di voto, di istruzione, svolgevano lavori meno qualificati degli uomini ed erano considerate dal punto di vista retributivo delle minorenni. Le donne erano di proprietà prima del padre e poi, una volta sposate, del marito. Le università non le ammettevano poiché temevano che una donna istruita si ribellasse al volere del marito, e poi ritenevano che il loro unico compito fosse allevare i figli e badare alla casa. Ma le donne si ribellarono a ciò e si incominciarono a creare alcuni movimenti femminili per la loro emancipazione nella società e nei confronti degli uomini. Nell’800 si incominciarono a creare, quindi, società segrete di donne e ragazze, dette “suffragette”, che cominciarono a far sentire la loro voce: sottolinearono quanto fosse importante per una madre essere istruita per allevare i figli, fecero scioperi e proteste di massa, fecero firmare petizioni, fondarono giornali e si riunivano in grandi congressi nazionali ed internazionali. In un articolo di Valentina Piattelli sull’emancipazione femminile è facile comprendere cosa si credesse della donna nel periodo risorgimentale attraverso delle citazioni di Gioberti e Rosmini in dibattito; il primo afferma che: “la donna, insomma, è in un certo modo verso l’uomo ciò che è il vegetale verso l’animale, o la pianta parassita verso quella che si regge e si sostentata da sé”, per Rosmini invece: “ compete al marito, secondo la convenienza della natura, essere capo e signore; compete alla moglie, e sta bene, essere quasi un’accessione, un compimento del marito tutta consacrata a lui e dal suo nome nominata”. Da queste affermazioni si evince che la donna era considerata non come un essere umano pensante, ma semplicemente come una proprietà del marito; ma grazie ai movimenti femministi la donna riuscì, in alcuni paesi, ad ottenere alcuni diritti come ad esempio il diritto di voto. Con il passare del tempo le donne hanno acquistato sempre più diritti ma nonostante ciò, le donne rispetto agli uomini non sono ancora considerati allo stesso livello per lo stato; ciò è stato affermato anche dall’ONU:”oggi non c’è paese al mondo che tratti gli uomini come le donne, anche se almeno in Occidente sulla carta vengono garantiti tutti i diritti”. in un libro intitolato “Il disastro del mondo” di Francesco Golzio sono pubblicati dei dati che mostrano le differenti posizioni dell’Oriente e dell’occidente rispetto al piano lavorativo della donna. “Nella maggior parte dei paesi dell’oriente la popolazione femminile attiva è meno della metà: ad esempio, in India lavorano solamente il 12% di donne, in Libia il 9,7%, in Egitto il 30%, in Iran il 27%, in Algeria il 9% e nel Marocco il 35%; invece in Europa complessivamente lavora il 44% delle donne”. Le donne, comunque, sia in Oriente che in Occidente lavorano nei lavori più sottopagati come per lo più commesse o maestre. Anche le religioni più diffuse in queste due parti del mondo considerano la donna in modo molto differente; la religione cattolica romana ammette il lavoro della donna ed è riconosciuta all’interno di grandi comunità monastiche femminili e non fa quindi discriminazioni tra uomo e donna se non per le funzioni sacre all’interno dell’ordinamento ecclesiale che spettano solo agli uomini, mentre la religione islamica maledice la donna al silenzio, in casa e fuori casa è nascosta del “chador” che toglie la visione femminile a qualunque estraneo; la donna è considerata da quest’ultima religione come una proprietà del marito che ha più potere nelle decisioni rispetto a lei. Il problema sull’emancipazione femminile come testimoniato da varie fonti non ha ancora quindi trovato una sua soluzione.
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