lunedì 17 marzo 2008

Donne e uomini parità di diritti

Una questione fondamentale del mondo contemporaneo è la questione femminile. Noi siamo lontanissimi dalla sua soluzione, il mondo è lontanissimo dalla sua soluzione. Noi viviamo ancora, in un mondo che discrimina pesantemente le donne, a parte alcuni squarci che sono stati aperti in alcuni stati dell'Occidente e che sembrano avviare la parità delle donne agli uomini. Alle donne venivano negati il diritto di voto, di istruzione, svolgevano lavori meno qualificati degli uomini ed erano considerate dal punto di vista retributivo delle minorenni. Le donne erano di proprietà prima del padre e poi, una volta sposate, del marito. Le università non le ammettevano poiché temevano che una donna istruita si ribellasse al volere del marito, e poi ritenevano che il loro unico compito fosse allevare i figli e badare alla casa. Ma le donne si ribellarono a ciò e si incominciarono a creare alcuni movimenti femminili per la loro emancipazione nella società e nei confronti degli uomini. Nell’800 si incominciarono a creare, quindi, società segrete di donne e ragazze, dette “suffragette”, che cominciarono a far sentire la loro voce: sottolinearono quanto fosse importante per una madre essere istruita per allevare i figli, fecero scioperi e proteste di massa, fecero firmare petizioni, fondarono giornali e si riunivano in grandi congressi nazionali ed internazionali. In un articolo di Valentina Piattelli sull’emancipazione femminile è facile comprendere cosa si credesse della donna nel periodo risorgimentale attraverso delle citazioni di Gioberti e Rosmini in dibattito; il primo afferma che: “la donna, insomma, è in un certo modo verso l’uomo ciò che è il vegetale verso l’animale, o la pianta parassita verso quella che si regge e si sostentata da sé”, per Rosmini invece: “ compete al marito, secondo la convenienza della natura, essere capo e signore; compete alla moglie, e sta bene, essere quasi un’accessione, un compimento del marito tutta consacrata a lui e dal suo nome nominata”. Da queste affermazioni si evince che la donna era considerata non come un essere umano pensante, ma semplicemente come una proprietà del marito; ma grazie ai movimenti femministi la donna riuscì, in alcuni paesi, ad ottenere alcuni diritti come ad esempio il diritto di voto. Con il passare del tempo le donne hanno acquistato sempre più diritti ma nonostante ciò, le donne rispetto agli uomini non sono ancora considerati allo stesso livello per lo stato; ciò è stato affermato anche dall’ONU:”oggi non c’è paese al mondo che tratti gli uomini come le donne, anche se almeno in Occidente sulla carta vengono garantiti tutti i diritti”. in un libro intitolato “Il disastro del mondo” di Francesco Golzio sono pubblicati dei dati che mostrano le differenti posizioni dell’Oriente e dell’occidente rispetto al piano lavorativo della donna. “Nella maggior parte dei paesi dell’oriente la popolazione femminile attiva è meno della metà: ad esempio, in India lavorano solamente il 12% di donne, in Libia il 9,7%, in Egitto il 30%, in Iran il 27%, in Algeria il 9% e nel Marocco il 35%; invece in Europa complessivamente lavora il 44% delle donne”. Le donne, comunque, sia in Oriente che in Occidente lavorano nei lavori più sottopagati come per lo più commesse o maestre. Anche le religioni più diffuse in queste due parti del mondo considerano la donna in modo molto differente; la religione cattolica romana ammette il lavoro della donna ed è riconosciuta all’interno di grandi comunità monastiche femminili e non fa quindi discriminazioni tra uomo e donna se non per le funzioni sacre all’interno dell’ordinamento ecclesiale che spettano solo agli uomini, mentre la religione islamica maledice la donna al silenzio, in casa e fuori casa è nascosta del “chador” che toglie la visione femminile a qualunque estraneo; la donna è considerata da quest’ultima religione come una proprietà del marito che ha più potere nelle decisioni rispetto a lei. Il problema sull’emancipazione femminile come testimoniato da varie fonti non ha ancora quindi trovato una sua soluzione.